Il Simposio di Firenze: la nuova era delle Cardiomiopatie
Le novità nella diagnosi e nella terapia illustrate da 41 relatori (15 stranieri)
di Franco Cecchi e Jacopo Olivotto
Dopo numerosi rinvii per la pandemia, si è svolto a Firenze il 9 e 10 Settembre il Simposio “Advances in Cardiomyopathies”, organizzato dai Prof. Franco Cecchi e Iacopo Olivotto, e sponsorizzato da Fondazione Menarini e Università di Firenze. E’ stato un evento internazionale, il primo dopo molto tempo in presenza, che ha visto l’attenta partecipazione di numerosi giovani cardiologi italiani ed anche stranieri, con collegamenti online dall’Europa, Australia ed America.
I 41 relatori, 15 dei quali stranieri, hanno presentato i risultati delle ricerche scientifiche effettuate in questi ultimi anni nelle diverse forme di Cardiomiopatie ed affrontato numerosi temi, principalmente le novità nella diagnosi e terapia disponibili oggi ed in futuro. In particolare nella prima sessione è stata sottolineata l’importanza dell’analisi genetica nella diagnosi e nella ricerca di nuove terapie, più mirate e specifiche, incluso la “terapia genica”, che sarà oggetto di sperimentazioni cliniche già in questa decade. Una “Nuova era per le Cardiomiopatie” è stato il tema della seconda sessione, che ha evidenziato le difficoltà nella diagnosi ed accesso alle terapie appropriate in molti paesi del mondo, superabili con l’utilizzo di nuove tecnologie di trasmissioni dei dati ed immagini, alcune delle quali sviluppate in Italia.
Lisa Salberg, fondatrice e presidente della HCMA (www.4hcm.org) ha discusso la modalità e difficoltà di applicazione della “condivisione delle decisioni” fra cardiologo e paziente (“shared decision making”, un’importante novità delle più recenti linee guida). L’uso appropriato di vecchi e nuovi farmaci e delle opzioni invasive (miectomia estesa e alcoolizzazione settale) nei pazienti affetti da Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, è stato ampiamente discusso nella terza sessione.
I risultati dei Registri internazionali hanno dimostrato i miglioramenti nella sopravvivenza, grazie all’applicazione delle terapie mediche e chirurgiche e dei Defibrillatori impiantabili (ICD). La selezione della terapia ottimale e/o di ICD va fatta da cardiologi o nei Centri di riferimento con ampia esperienza nella gestione delle Cardiomiopatie. Può migliorare anche la qualità della vita dei pazienti con la possibilità di effettuare esercizio fisico con programmi personalizzati in base alle condizioni cliniche ed ai risultati, ad esempio, del test cardiorespiratorio.
L’evoluzione nel tempo verso l’insufficienza e lo scompenso cardiaco, con le loro complicanze e le opzioni terapeutiche che includono ablazione delle aritmie e trapianto cardiaco, la “rigenerazione cardiaca”, la diagnosi e terapia delle diverse forme di Amiloidosi cardiaca e quali accertamenti fare nei familiari di soggetti deceduti improvvisamente, sono stati discussi nelle altre 4 sessioni. Alla chiusura dei lavori sono stati ricordati i 3 compiti fondamentali per ogni cardiologo che segue pazienti con Cardiomiopatia: la cura del paziente, la ricerca clinica e l’aggiornamento continuo.
E’ stata presentata anche l’importanza ed il ruolo dell’Associazione italiana AICARM, come anche delle Associazioni presenti in altri paesi (Gran Bretagna, Germania, Olanda, Stati Uniti, Australia), con le quali è collegata, per aiutare i pazienti con Cardiomiopatia ed i loro medici.
In conclusione un incontro fondamentale che ha consentito l’aggiornamento e l’interazione dei massimi esperti con cardiologi interessati alla gestione di questi pazienti e dei loro familiari.
Per chi fosse interessato a rivedere le relazioni registrate, può rivederle sul sito della Fondazione Menarini (www.fondazione-menarini.it) dopo essersi registrati sul sito della Fondazione stessa.