Il ricordo del Professor Franco Cecchi
Purtroppo il Dr. Davide Antoniucci, ci ha lasciato per un male incurabile alcuni giorni fa. Un caro amico e collega, è stato Direttore del reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Careggi per oltre due decadi e si deve a lui in particolare ed ai suoi colleghi dell’ospedale di Careggi-Firenze aver iniziato il trattamento immediato dei pazienti con infarto miocardico acuto con coronarografia ed angioplastica con ricanalizzazione del vaso occluso, che ha limitato il danno dell’infarto e migliorato la vita e la sopravvivenza di tanti pazienti. La sua tecnica è stata appresa dai cardiologi italiani ed internazionali ed è oggi pratica comune in tutto il mondo.
Con lui abbiamo condiviso per oltre 20 anni l’assistenza ospedaliera dei pazienti con Cardiomiopatia, sia per il trattamento dello scompenso cardiaco che delle aritmie. Alla fine degli anni ’90, nei pazienti con Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, alcuni colleghi svizzeri e tedeschi pubblicarono buoni risultati ottenuti con l’iniezione di una piccola dose di alcool (etanolo) nell’arteria settale che riforniva la zona ipertrofica, provocando un infarto miocardico e poi la riduzione dello spessore della parete.
La tecnica era chiamata “alcoolizzazione settale” e consentiva di risolvere l’ostruzione e ridurre o abolire il gradiente, senza dover ricorrere all’intervento cardiochirurgico di “miectomia”. Era una tecnica apparentemente semplice, evitava di aprire il torace, ed anche per questo si era rapidamente diffusa in numerosi paesi. Nel 1999, con l’assistenza in sala di uno di questi, il Dr. Seggewiss, insieme a Davide Antoniucci abbiamo iniziato a trattare con alcolizzazione settale i nostri primi tre pazienti con Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, apparentemente con buoni risultati. Con questa tecnica, risultata poi non così semplice e non priva di complicanze anche importanti, negli anni successivi furono trattati oltre 70 pazienti, anche con ottimi risultati iniziali. Tuttavia l’analisi dei risultati a distanza di uno-due anni non confermava questi risultati iniziali in circa la metà dei pazienti trattati, che presentavano recidive dell’ostruzione e diverse complicanze. Di conseguenza si decise insieme di limitare l’indicazione all’alcolizzazione settale solo ai pazienti di oltre 60 anni con rischio chirurgico elevato. E, con l’aiuto del Professor Sir Magdi Yacoub, uno dei cardiochirurghi mondiali più famosi al mondo, e con Pierluigi Stefano, Direttore della Cardiochirurgia a Careggi-Firenze, a Firenze si iniziò ad operare con “miectomia e plastica mitralica” i pazienti con Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, con ottimi e definitivi risultati a distanza.
Davide, uomo di grande cultura scientifica ed umanistica, fondamentalmente “buono”, anche se talvolta ”brusco” nell’approccio e nella comunicazione con i colleghi, oltre che un grande amico, è stato un ottimo cardiologo, pronto a recepire l’innovazione, ma anche a valutare l’efficacia ed i rischi degli interventi effettuati. Ci mancherà. Ma resta di lui un insegnamento fondamentale di dedizione ai pazienti, ai loro bisogni ed al servizio sanitario pubblico, di ricerca di innovazione scientificamente documentata.