Ogni anno in Italia si registra circa un arresto cardiaco giovanile ogni 100.000 persone, spesso per cause imprevedibili. Gli episodi che colpiscono atleti e giovani in buone condizioni di salute dimostrano l’importanza di una risposta immediata.
“In Italia, la medicina sportiva è all’avanguardia, ma non può prevenire tutti i casi di arresto cardiaco,” conclude il professor Olivotto. “Interventi rapidi e adeguati in campo – come quello visto ieri nella partita Fiorentina-Inter – sono un esempio di cosa si può fare per salvare vite.”
La rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la defibrillazione precoce rappresentano interventi fondamentali per aumentare le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Se avviate entro i primi minuti, queste tecniche possono raddoppiare o addirittura triplicare le probabilità di salvezza, riducendo al contempo i rischi di danni permanenti agli organi.
“La defibrillazione entro 3-5 minuti dall’arresto cardiaco può salvare fino al 70% delle persone colpite,” spiega il professor Franco Cecchi, presidente di AICARM. “Ma affinché ciò accada, è essenziale che chiunque sia presente sappia riconoscere il problema e avviare immediatamente le manovre di RCP. L’intervento tempestivo dei presenti è spesso più efficace rispetto all’arrivo dei soccorsi avanzati, che richiedono tempo per giungere sul posto.”
I primi due anelli della catena di sopravvivenza – riconoscimento rapido e RCP immediata – sono decisivi. “Ogni secondo è prezioso,” aggiunge il professor Iacopo Olivotto, ordinario di Malattie Cardiovascolari presso l’Università di Firenze e direttore della Cardiologia Pediatrica e della Transizione all’Ospedale Meyer. “La vera arma contro l’arresto cardiaco è una rianimazione pronta e corretta: disporre di defibrillatori e diffondere una cultura della rianimazione può fare la differenza tra la vita e la morte.”
Consapevole dell’importanza della prevenzione e della reattività nelle emergenze, AICARM organizza corsi di Rianimazione Cardiopolmonare (RCP) rivolti a familiari di pazienti e ha iniziato anche la formazione agli alunni del IV e V anno delle scuole superiori a Milano.
Il corso comprende una parte teorica introduttiva e una sessione pratica: i partecipanti apprendono le tecniche di RCP e imparano a utilizzare il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) sotto la guida di istruttori esperti. Ogni partecipante ha l’opportunità di esercitarsi più volte su manichini specifici, per acquisire la sicurezza necessaria a intervenire in situazioni reali.
“Non basta avere defibrillatori: dobbiamo formare le persone affinché sappiano utilizzarli in modo tempestivo e corretto,” continua il professor Cecchi. “La diffusione della conoscenza sulla RCP e sul funzionamento del DAE è una priorità per AICARM, che da anni si impegna a sensibilizzare e formare l’intera comunità.”
Diffondere la cultura della rianimazione cardiopolmonare e dotare ogni impianto sportivo di defibrillatori rappresentano passi cruciali per ridurre il numero di vittime e migliorare le prospettive di recupero per i sopravvissuti.