a cura del Dr. Niccolò Maurizi

Cardiomiopatia Alcolica

Alcol e cuore: cosa si deve sapere per rimanere in salute

Molte di noi si concedono un drink o un calice di vino per rilassarsi o festeggiare, ma quando il consumo di alcol diventa eccessivo e prolungato nel tempo, può avere conseguenze serie per il cuore. Una di queste è la cardiomiopatia alcolica, una malattia potenzialmente rischiosa in cui il consumo prolungato di grandi quantità di alcol indebolisce il muscolo cardiaco. Il cuore diventa meno efficace nel pompare il sangue, portando, se non trattata, ad aritmie, e dilatazione delle cavità e  conseguente  insufficienza cardiaca.

La buona notizia? Questa condizione è prevenibile e, in molti casi, persino reversibile con i giusti cambiamenti nello stile di vita. Scopriamo insieme cosa c’è da sapere.

Cos’è la cardiomiopatia alcolica?

La cardiomiopatia alcolica è una forma di cardiomiopatia dilatativa, in cui il cuore si dilata e si indebolisce. Il consumo eccessivo di alcol danneggia direttamente le cellule del cuore, causando l’assottigliamento delle pareti e riducendo la capacità del cuore di pompare sangue. Con il progredire della malattia, il ridotto flusso sanguigno colpisce l’intero organismo, causando affaticamento, difficoltà respiratorie e gonfiore alle gambe o all’addome.

Questa condizione non si sviluppa dall’oggi al domani. Di solito compare dopo anni di consumo superiore a 80 grammi di alcol al giorno (circa otto bicchieri di vino, otto birre o otto bicchierini di superalcolici), per un periodo di cinque anni o più. Tuttavia, la soglia di rischio varia da persona a persona, a seconda di fattori come la genetica e lo stato di salute generale

Come l’alcol danneggia il cuore?

L’alcol influisce sul cuore in diversi modi:

  1. Tossicità diretta: L’alcol e il suo sottoprodotto, l’acetaldeide, sono tossici per le cellule del cuore. Interferiscono con le loro normali funzioni, causano stress ossidativo e danneggiano le strutture che permettono al cuore di contrarsi e pompare sangue.
  2. Infiammazione e cicatrici: Con il tempo, gli effetti tossici dell’alcol portano alla morte delle cellule e alla formazione di tessuto cicatriziale, che irrigidisce il cuore e riduce ulteriormente la sua capacità di pompare sangue.
  3. Ruolo della genetica: Studi recenti mostrano che alcune persone hanno mutazioni genetiche che le rendono più vulnerabili ai danni cardiaci causati dall’alcol. Ad esempio, alcune varianti genetiche , come ad esempio nel gene che codifica la Titina, associate alla cardiomiopatia dilatativa possono interagire con l’alcol, accelerando i danni.
  4. Deficienze nutrizionali: Il consumo eccessivo di alcol spesso porta a una cattiva alimentazione, privando il cuore di nutrienti essenziali come la tiamina (vitamina B1) e il magnesio, indebolendolo ulteriormente.
  5. Condizioni correlate: L’ipertensione, il fumo, le malattie del fegato e il diabete, comuni tra i forti bevitori, aggiungono ulteriore stress al cuore.

Chi è più a rischio?

  • Forti bevitori: Il consumo regolare di grandi quantità di alcol per anni è il principale fattore di rischio.
  • Uomini: La cardiomiopatia alcolica è più comune negli uomini, anche se le donne possono svilupparla con quantità di alcol inferiori in un periodo di tempo più breve.
  • Persone con predisposizione genetica: Chi ha una storia familiare di malattie cardiache o specifiche mutazioni genetiche può essere più vulnerabile (mutazione patogenetica sul gene della Titina, ad esempio).

Quali sono i sintomi?

I segni della cardiomiopatia alcolica spesso si sovrappongono ad altre condizioni cardiache, rendendola difficile da identificare. I sintomi comuni includono:

  • Segni precoci: Affaticamento, debolezza e difficoltà respiratorie durante l’attività fisica.
  • Sintomi progressivi: Gonfiore alle gambe, ai piedi o all’addome, e difficoltà respiratorie anche a riposo.
  • Sintomi avanzati: Vertigini, svenimenti, dolori al petto e battiti cardiaci irregolari.

Se avverti questi sintomi e hai una storia di consumo eccessivo di alcol, è importante consultare un medico.

Il potere di smettere di bere

Il trattamento fondamentale per la cardiomiopatia alcolica è smettere completamente di bere alcolici. Studi dimostrano che l’interruzione del consumo di alcol può migliorare significativamente la funzione cardiaca, specialmente nelle fasi iniziali della malattia. Anche per chi presenta sintomi avanzati, l’astinenza può prevenire ulteriori danni e migliorare la qualità della vita.

  • Recupero del cuore: Molte persone che smettono di bere vedono miglioramenti nella capacità del cuore di pompare sangue, con recuperi completi possibili in mesi o pochi anni.
  • Miglioramento degli esiti: Chi smette di bere non solo migliora la salute del cuore, ma vive più a lungo e evita complicazioni come l’insufficienza cardiaca e le aritmie.

Trattamenti e cambiamenti nello stile di vita

Oltre all’astinenza, il trattamento prevede:

  1. Farmaci: I medicinali per supportare la funzione cardiaca, come i beta-bloccanti e gli ACE-inibitori, sono spesso prescritti. I diuretici possono aiutare a ridurre il gonfiore causato dall’accumulo di liquidi.
  2. Dieta sana per il cuore: Una dieta povera di sale e ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può essere uno dei tanti fattori per favorire il recupero.
  3. Esercizio fisico regolare: L’attività fisica moderata, guidata da un medico, rafforza il cuore e migliora la circolazione.
  4. Correzione delle carenze nutrizionali: Ripristinare nutrienti come la tiamina e il magnesio è essenziale per il recupero.
  5. Supporto per la disintossicazione: Per chi ha difficoltà a smettere, farmaci come naltrexone o acamprosato possono aiutare a ridurre il desiderio di alcol.

È possibile prevenirla?

Assolutamente sì! Prevenire questa condizione è semplice: basta moderare l’assunzione di alcol:

  • Per gli uomini, non più di due bicchieri di vino al giorno.
  • Per le donne, non più di un bicchiere al giorno.

Se hai già un consumo elevato di alcol, considera di cercare aiuto per ridurre o smettere. Intervenire precocemente è fondamentale per evitare danni permanenti al cuore.

Perché è importante parlare di questo problema?

La cardiomiopatia alcolica è più comune di quanto si pensi, spesso responsabile di fino al 40% dei casi di insufficienza cardiaca inspiegabile in persone con una storia di consumo eccessivo di alcol. Tuttavia, poiché i sintomi si sviluppano gradualmente, molte persone non collegano i problemi cardiaci all’alcol finché non è troppo tardi. Conoscere i rischi può aiutare le persone a fare scelte informate.

Referenze usate:

Domínguez F, Adler E, García-Pavía P. Alcoholic cardiomyopathy: an update. Eur Heart J. 2024 Jul 9;45(26):2294-2305.

Dott. Niccolò Maurizi - Cardiologo

*Niccolò Maurizi, autore della nuova rubrica di AICARM News, attualmente è responsabile dell’ambulatorio Cardiomiopatie presso il CHUV di Losanna. In precedenza, ha lavorato come ricercatore presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel 2015 ha co-fondato D-Heart, una startup che ha realizzato un dispositivo in grado di registrare autonomamente l’ECG dal paziente e trasmetterlo con il proprio smartphone. È autore e coautore di quasi 100 articoli scientifici incentrati su temi legati alla CMI (gestione dell’arresto cardiaco improvviso, gravidanza nella CMI, dispositivi intelligenti nella pratica clinica, ecc.).